Eccola la Lucy, nuova rete, nuovo programma, raggiante, esilarante, in forma assolutamente smagliante.
Ancora in pista per portare un po’ di colore nelle materie grigie sciatte, coatte,
disfatte, rarefatte, putrefatte delle case italiane.
Mi fanno un po' tristezza questi psico-socio-pedagoghi pseudo-rivoluzionari
che la criticano per la sua volgarità o che la accusano di superficialità, che
la riprendono perché non scandaglia i problemi alla radice, fermandosi al solo attacco
verbale (qualche esempio tra i vari presenti in rete nel blog Vita da Streghe, che pure chi scrive apprezza moltissimo).
Luciana Litizzetto non può piacere a tutti, questo è certo ed è pure meglio. Non può piacere all’intellettuale di sinistra con i contatti cerebrali piombati, non può piacere al cattolico perbenista, non può piacere alla femminista paranoica, al professore con la stola d'ermellino marcia, non può trovare simpatie presso tutta una serie di soggetti che hanno bandito la leggerezza dalle loro giornate, che rifiutano gli stereotipi e che poi portano maschere spesse come cappe di piombo, ipocriti! (cf. Dante, Inferno, canto XXIII).
Luciana fa ridere e fa riflettere, il suo è solo uno dei diversi
volti del comico, è il volto aristofanesco, quello che gioca con il linguaggio
per stordire, scioccare, forare la sensibilità (finta) degli animi pudici, sonnolenti, corazzati di erudizione.
Luciana deve, aspetto non secondario, attenersi ad un timing televisivo stretto.
Luciana deve, aspetto non secondario, attenersi ad un timing televisivo stretto.
Se chi la attacca avesse trovato il tempo di gustarsi certi passi del Dante infernale, se avesse percorso le
rime dell’Angiolieri, spulciato Pulci, esplorato Rabelais, ascoltato Fo, troverebbe
certo le sue sparate assolutamente geniali e soprattutto molto più umoristiche che
semplicemente comiche!
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