La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Mentre il Ministero della Pubblica Distruzione, nella persona della geisha travestita da Maria Goretti che lo rappresenta, difende l’ennesima bordata del Premier contro la scuola pubblica, studenti, insegnanti e sindacati si preparano a scendere in piazza. Quando? Il 12 marzo.
Qualche breve flash sull’attualità della demolizione culturale da tempo in atto con rapidi spunti di confronto tratti dal panorama internazionale:
1. La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze rischia di chiudere, anche se per ora il Ministro Bondi pare abbia affermato che saranno trovati i fondi per salvarla.
2. La SAIA (Scuola Archeologica Italiana ad Atene) alcuni mesi fa ha rischiato di chiudere i battenti insieme ad un cospicuo numero d’altri istituti italiani. In Francia, dove attualmente la sottoscritta risiede, se qualcuno osasse tagliare i fondi all’EFA (École Française d’Athènes) sarebbe immediatamente ghigliottinato. L’École d’Athènes è un simbolo del prestigio e della cultura francese all’estero, un organismo di riconosciuto valore nazionale. I suoi membri sono una specie protetta, un’élite che tale resta per tutto il corso della loro vita accademica, è infatti rarissimo che chi è stato membro non trovi poi un posto nella ricerca.
3. In Italia l'ultimo concorso ordinario per l’immissione in ruolo degli insegnanti nella scuola pubblica è stato bandito nel 1999. In Francia esiste un concorso regolare d’agrégation che viene organizzato annualmente o al più ogni due anni. Quasi tutti i precari dell’università, titolari di un dottorato di ricerca, hanno un’agrégation, ovvero sono funzionari di stato, vincitori di concorso; ciò implica che, mal che vada, se non trovano un posto da ricercatore, andranno ad insegnare in una scuola pubblica percependo uno stipendio netto di 1890 euro ad inizio carriera e di 3173 dopo 30 anni di lavoro.
Mettiamo le cose in chiaro e cerchiamo di andare al cuore del problema: dove risiede per il governo in carica l’interesse a costruire un sistema scolastico forte, a reclutare personale competente sulla base di concorsi severi, ma regolari, a garantire ai giovani di ogni classe sociale una formazione pubblica solida e di buona qualità? L’interesse non c’è. La costruzione della tirannia passa obbligatoriamente per la distruzione della cultura, per l’appiattimento dei cervelli, per la narcotizzazione delle coscienze tramite i mezzi di comunicazione di massa.
Ma questo chi insegna lo sa molto bene, oppure per quale assurda ed astrusa ragione saremo lì, tutti gli anni, a proporre il nostro bravo percorso didattico tra Ray Bradbury, Aldous Huxley e George Orwell? Perché ci sgoliamo come dannati e ci sbracciamo come ossessi intorno ai capolavori di questi autori che di fantascientifico hanno ormai ahimè molto poco, nella speranza di educare i ragazzi all’importanza dell’autonomia e della crescita intellettuale e culturale? Non lo facciamo certo perché ci piace inculcare un’immagine distorta della realtà o perché siamo sadicamente inclini a fare del terrorismo psicologico!
Il governo attuale irride ogni principio costituzionale su ogni versante.
Allora, dovendo selezionare il libro da imparare a memoria per preservarlo dalla distruzione, anche se mille sarebbero i buoni possibili scritti, penso che ora come ora sceglierei la Costituzione!
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