samedi 12 mars 2011

La vita continua ...

Stasera film, birra e pizza da asporto: che strano che il rito del sabato sera si possa celebrare, quando si percepisce che un’onda di morte si è abbattuta dall’altra parte del mondo. Forti delle moderne difese contro i capricci della natura, balliamo su un palco mobile ed infido. Ci illudiamo che bastino una lampada tascabile, un cellulare ed un edificio a norma a metterci in salvo. 
Nelle ultime settimane il mio paese natale ha udito i boati della terra ed ha ascoltato con apprensione i responsi della protezione civile. In questi giorni apprendiamo che a migliaia di chilometri di distanza dall'Italia una catastrofe senza precedenti ha cancellato vite e paesi. Sì, siamo proprio tutti sotto lo stesso cielo, ma soprattutto siamo tutti sopra la stessa terra.
E mentre gli Italiani scendono in piazza per difendere la democrazia e la costituzione minacciate da un esecutivo servo di un egocentrismo diffuso e di un leader che cavalca questa piaga come meglio non si potrebbe, il bel volto di un’isola lontana è rovinato e straziato. Una riflessione certo poco originale quella sulla precarietà del genere umano, ma purtroppo sempre così drammaticamente attuale. Non ci stanchiamo mai di ripeterla! Non essere eterni è un amaro privilegio, non sprechiamolo servendo solo noi stessi!
La citazione è quasi d’obbligo: 

 … A queste piagge
Venga colui che d’esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
È il gener nostro in cura
All’amante natura. E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell’uman seme,
Cui la dura nutrice, ov’ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell’umana gente
Le magnifiche sorti e progressive.


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