samedi 23 avril 2011

Hugo Pratt e Corto Maltese a Parigi

Aujourd’hui j’avais un rendez-vous à ne pas manquer à la Pinacothèque de Paris, 28 Place de la Madeleine : l’exposition Le Voyage imaginaire d'Hugo Pratt (17 mars - 21 août 2011).  

Ouverture : inutile chiedersi se un disegnatore di fumetti-illustratore possa essere considerato un artista come gli altri, direi di lasciare queste pedanti questioni agli accademici e far parlare l’autore. Quando gli si chiedeva: « Vous qui avez tant voyagé, en quoi vous sentez vous encore vénitien ? » lui rispondeva : « Je fait confiance à l’eau ». Navighiamo allora.  

Un’esposizione non enorme, in un’ora e mezza la si può gustare appieno. Un piacevole viaggio nel mondo di Pratt, quel mondo fantastico che non ha mai voluto abbandonare:
« Je me trouve bien dans ce monde infantile, je n’ai pas envie de sortir ».

Linee espositive chiare e facili da seguire: un video e poi testo (non troppo per fortuna!) a commento e guida di acquerelli e tavole ad inchiostro, la serie completa di Una ballata del mare salato.
Corto : non solo Hugo, ma una sintesi di storie e di personaggi reali, letterari e cinematografici, navigatore romantico in uniforme della marina mercantile, senza nessun dubbio uno dei maschi più notevoli mai disegnati.
Hugo : viaggiatore avido, alla ricerca della perfezione della linea, nel deserto tra le dune, sul fronte tra i soldati, nelle isole del Pacifico, la linea dell’orizzonte, la più perfetta e difficile da riprodurre.
« Pour moi le dessin est une sorte de calligraphie, est une sorte d’écriture, une écriture avec d’autres moyens »

Cose notevoli: le tavole ad acquerello-inchiostro cinese per La giovinezza - alti colli neri che si stagliano contro soli rossi - e senza dubbio l’omaggio a Paolo Conte, 1982, acquarello ed inchiostro cinese: eccezionale trionfo di culi, bocche, occhi e femminilità.
La sala migliore? Credo quella dedicata alle donne di Corto: Louise Brooks, Pandora, Hypazia, Bocca Dorata. Corto prende quasi tutta la scena, ma  c’è anche spazio per gli indiani di Wheeling. E poi ci sono vari inediti ed alcuni disegni per gli amici, uno per la mamma, presenza esoterica e calda.  

Insomma vale la pena di farlo questo salto nelle linee di Pratt ed alla fine uscire senza un fumetto sembra quasi un sacrilegio!

vendredi 15 avril 2011

Japon royaume des personnages

Débarquée à Paris ! 

Appartement très mignon à deux pas de la tour Eiffel, quartier plein de tout ce qu’un être humain peut penser d’acheter au XXIème siècle. Pas loin du monument symbole de la ville, s’ouvrent les portes de la Maison de la culture du Japon à Paris ; au deuxième étage de cette planète silencieuse et transparente du 7 avril au 21 mai on peut visiter gratuitement l’exposition « Japon, Royaume des personnages ». 

Pendat une petite heure on plonge dans un coin pas trop perdu de la mémoire de plusieurs générations. Dans des couloirs phosphorescents, face à Astro Boy, Mazinger Z, Galaxy Express 999 et Hello Kitty, en se revoyant enfant on se sent aussi un peu vieux. La phrase qui ouvre l’exposition « L’histoire du Japon peut se comparer à l’histoire de l’amour des Japonais pour ses personnages » me fait penser : dans quelle mesure ces personnages sont restés dans nos vies occidentales? On m’a dit parfois « Toi t’es vraiment un dessin animé ! », alors je me pose sérieusement cette question et je trouve que de temps en temps la vie du dessin animé ne me déplaît pas, surtout quand j’arrive à faire évoluer mon personnage.   

samedi 9 avril 2011

Ovvietà che fa bene ricordare

Su cosa si basa una dittatura della merda? (post di lunedì 31-01-2011)

1. Mancanza di valori saldi che unifichino il tessuto sociale = disconoscimento o totale ignoranza del rispetto dell’altro

2. Mancanza di ideali forti

=> circolo vizioso: 


Grazie a quali strumenti si mantiene?
1. Controllo dei mezzi di comunicazione di massa
2. Collusioni con la malavita organizzata
3. Mantenimento tramite gestione per conto terzi del controllo di un capitale dal quale dipende la vita di migliaia di cittadini
4. Sfruttamento sistematico di scappatoie legali (v.di ad es. Il Ricostituente 07-04-2011)

Come agisce?
1. Fabbricando illusioni di pseudo benessere basate sulla pura immagine
2. Degradando il sistema educativo e gli organi di creazione e promozione della cultura e dell'avanzamento scientifico tramite tagli economici, sfinimento del personale, blocco delle carriere, denigrazione sistematica dell’istruzione pubblica
3. Isolando e soffocando le opposizioni di nicchia e le voci fuori dal coro
4. Creando bolle di sapone mediatiche per riempire costantemente bocche e sguardi di vacuità 

Che fare per eliminarla?
Primo passo: riformulare le basi del contratto sociale. Perché sottoscrivere un patto ed accettare di essere governati se lo stato non si fa garante del rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano, ma è rappresentato da elementi che quotidianamente li offendono?
In altre parole, va ribadita la natura di questi diritti, fondamento imprescindibile di ogni successiva costruzione politica. Solo l’uomo che riconosce il suo valore di essere umano e l’importanza del rispetto dei suoi simili può prendere coscienza degli inganni e degli insulti diretti contro la sua persona. Solo chi è solidale e si sente offeso dall’ingiustizia contro un suo simile può sentire il bisogno di reagire all’ingiustizia.

Dove farlo? 
Ovunque. Nelle piazze, nelle scuole, nelle riunioni, al bar, al ristorante, in casa, sul luogo di lavoro.
Come? 
Sfruttando tutti i mezzi di comunicazione esistenti e specialmente quelli che sfuggono per ora a limitazioni, controlli, censure.

Grazie agli autori del video di seguito proposto che illustra splendidamente quanto è sotto gli occhi di tutti da tempo:


dimanche 3 avril 2011

La grande risata motrice

Lungi da me l’idea di un’ennesima riflessione sul comico o di un invito ad uno spiritualismo ottimista. Solo, prima di partire per una breve gita parigina, volevo lanciare questa minuscola provocazione di links (che personalmente preferisco chiamare ponti) e cogliere l’occasione per riflettere in formato digigrammatico su quanto sarebbe straordinario per un giovane motivato ed entusiasta poter essere insegnante oggi, ma con un contratto più lungo di 2/6/10 mesi. Un insegnante è un battistrada che apre percorsi, un operaio addetto alle valvole di una fucina di macchinari nuovi e poco oliati, un enzima nei panni di un essere umano, spesso un dottore in psicologia più che un dottore in lettere.
Uno dei compiti più ardui? Dimostrare che lo studio della letteratura serve per fare letteratura, per operare nel mondo attraverso la parola, per potersi un giorno scrollare di dosso il peso dei precetti e delle regole e per creare autonomamente e con il coraggio di infrangere i vecchi schemi, di capovolgere le convenzioni e di volare in alto sostenuti dalle ali salde dei buoni modelli.
Questo post è per ringraziare tutti i miei ex studenti, tutti gli allievi del Liceo Giordano Bruno e del Liceo Minghetti, i ragazzi delle lezioni private, i piccoli, i medi ed i grandi.
Spero di poter un giorno rientrare in una classe e dire: “Ragazzi la vostra fortuna ed il vostro dramma è che ancora mi ricordo cosa significa essere studente!”.

ALDO PALAZZESCHI
Il controdolore

"Dio non à né corpo, né mani, né piedi, è un puro e semplicissimo spirito".
Ma chi volle dare un'immagine agli uomini di questo fattore dell'universo, dovette servirsi di una immagine umana e ce lo fece vedere uomo. Fu un omone grande grande, o nudo, dalle membra e dai muscoli ciclopici, o con un magnifico peplo e con sandali, con capelli e barba meravigliosi, con l'indice titanico della mano levata inaria terribile di comando: luce o tenebre, vita o morte. Se uomo volete raffigurarvelo, per comodità del vostro cervello, questo spirito supremo ed infinito, perché grande, quando voi dovete forzatamente fissare dei limiti a questa grandezza? La vostra non potrà mai arrivare alla sua, dunque pensate addirittura ad un uomo come voi e sarete al vostro posto. Perché in peplo e non in tait? Perché in coturno e non con un comune paio di scarpe walk-over? Perché un'immagine seria e relativamente grande è più facile di una relativamente piccola e allegra. E' il suo spirito che voi dovete riuscire a scoprire; il suo corpo, che non esiste, potete raffigurarvelo come vi pare e piace. Se io me lo figuro uomo, non lo vedo né più grande né più piccino di me. Un omettino di sempre media statura, di sempre media età, di sempre medie proporzioni, che mi stupisce per una cosa soltanto: che mentre io lo considero titubante e spaventato, egli mi guarda ridendo a crepapelle. La sua faccettina rotonda divinamente ride come incendiata da una risata infinita ed eterna, e la sua pancina tremola, tremola in quella gioia. Perché dovrebbe questo spirito essere la perfezione della serietà e non quella dell'allegria? Secondo me, nella sua bocca divina si accentra l'universo in una eterna motrice risata. Egli non à creato no,rassicuratevi, per un tragico, o malinconico, o nostalgico fine; à creato perché ciò lo divertiva. Voi lavorate per alimentare bene voi e i vostri figli, non per fare con essi lunghi sbadigli di fame. Egli lavorò per tenere alimentata la gioia sua ed offrirne alle sue degne creature. E comprenderete bene che per divertirsi tutti in eterno, ce ne vogliono dei curiosi ed eterni spettacoli! Come avevate potuto pensare che egli avesse creato se ciò fosse stata cosa tediosa? Come poteva venirci da questa forza smisurata, opera da perditempo senza spirito? Bando dunque a tutta la vostra serietà, se volete comprendere qualche cosa di lui e della sua creazione, e specialmente di questa piccolissima parte che ci riguarda: la nostra terra. Il sole sarà, per esempio, il suo giuoco preferito per lunghe interminabili partite di pallone; la luna il suo specchio comico dalla luce tutta bitorzoluta, cosicché egli potrà vedervisi nelle più ridicole maniere, La nostra terra non è dunque che uno di questi suoi tanti giocattoli fatto precisamente così: un campo diviso da una fittissima macchia di marruche, spini, pruni, pungiglioni. A' posto l'uomo da un lato dicendo ad esso: attraversala, là è la gioia, è il largo, la vita degli eletti, vivrai coi pochi coraggiosi che come te l'attraverseranno. Riderai del dolore dei poltroni, dei paurosi, dei caduti, dei vili, dei vinti, Fino dal primo momento l'uomo è in massima parte rimasto fuori a lamentarsi, a considerare lo spessore dell'oscuro ammasso del prunaio, a misurare la proporzione, la lunghezza, la quantità, la posizione degli spunzoni, a tentare di contarne il numero, a cercarvi un introvabile pertugio, a far paragoni fra questo e quello, invece di buttarvisi dentro risoluto. Alcuni vi sono in mezzo, incapaci di andare avanti o indietro, preferendo vivere con un pruno in un occhio, piuttosto che affrontarne uno non si sa dove. Questi gridano disperatamente, e i loro lagni scoraggiano sempre più quelli che sono ancora fuori, mentre fanno sempre più sganasciare dalle risa e tenersi la pancia per non liquefarsi dalla gioia, quei pochissimi che vivono ridendo, protetti dal loro signore, che al centro di tutte le cose ride più di loro.
Il piagnucolamento delle moltitudini esterne, solletica perennemente il bollore della loro allegrezza; le grida disperate di quelli che stanno dentro la siepe gli fanno dare lanci di giubilo. Ecco press'a poco il giuoco.
L'uomo che attraverserà coraggiosamente il dolore umano godrà dello spettacolo divino del suo Dio. Egli si farà simile a lui, attraversando questo purgatorio di spine ch'egli gli à imposto per godere primo lui e comunicare la stessa gioia ai suoi diletti, egli, corpo umano, ma perfettissimo, che non à sulle sue membra di gioia una sola cicatrice di dolore.
Uomini, non siete creati, no, per soffrire; nulla fu fatto nell'ora di tristezza e per la tristezza; tutto fu fatto per il gaudio eterno. Il dolore è transitorio (voi soli ne eternate l'esistenza con la vostra paura); la gioia è eterna. Ecco il vero peccato originale, ecco il solo fonte battesimale. Vili! Paurosi! Poltroni! Incerti! Ritardatari! Passate la macchia! Se credete che sia profondo ciò che comunemente s'intende per serio siete dei superficiali. La superiorità dell'uomo su tutti gli animali è che ad esso solo fu dato il privilegio divino del riso, Essi non potranno mai comunicare con Dio. Un piccolo e misero topo, può farci udire il suo pianto, i suoi lamenti; nessun animale ci à fatto ancora udire una calda sonora risata.
Che il riso (gioia) è più profondo del pianto (dolore), ce lo dimostra il fatto che l'uomo, appena nato, quando è ancora incapace di tutto, è però abilissimo di lunghi interminabili piagnistei. Prima che possa pagarsi il lusso di una bella risata avrà dovuto seguire una buona maturazione. […]
[segue una provocazione sempre più incalzante]





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