vendredi 26 août 2011

Buttiamola sullo spinto!

Di ritorno dalla Francia mi affaccio al balcone e con piacevole sorpresa nell’area di deposito dei rifiuti del circondario, che da anni nei mesi estivi somigliava ad una piccola discarica putrescente a cielo aperto, vedo solo le campane del vetro. E gli altri bidoni della raccolta differenziata dove sono? Spariti? Ovviamente no, a ciascuno il suo anzi, i suoi: il marrone, il grigio, i sacchetti celesti ed i sacchetti di carta.

Vittorio Veneto, rimasta secondo le stime 2010 di Legambiente fanalino di coda tra i comuni ricicloni della provincia di Treviso, dal 1 marzo ha adottato il sistema di raccolta differenziata porta a porta spinto.
Incontri serali nei quartieri, distribuzione alle famiglie dei bidoni, dei sacchetti, dei calendari di ritiro dei rifiuti nelle pertinenze delle abitazioni e poi via, partiti!
Brillantemente presentato come un gioco ed un dovere civile, questo sistema di raccolta differenziata ha una marcia in più rispetto ad altri perché tocca due corde fondamentali della psicologia dell’uomo medio: il portafoglio e l’immagine. L’intelligenza di chi lo ha architettato è notevole. Per educare al rispetto dell’ambinete il cittadino che deve far bene i conti per arrivare a fine mese ci vuole lo spauracchio della fattura di conguaglio. La raccolta spinta del tipo porta a porta prevede infatti il pagamento di una quota minima fissa in base ai componenti del nucleo familiare e di una quota variabile in base al numero degli svuotamenti del rifiuto secco non riciclabile, ovvero quello che inquina di più. In altre parole, se esageri paghi. In più ci metti la faccia, o meglio, ci metti il TUO BIDONE: se i bicchieri di plastica stazionano regolarmente nel contenitore dell’umido prima o poi qualcuno te lo farà presente.  
Fermo restando che molti erano già ben lanciati nell’avventura del riciclaggio, l’educazione delle vecchie leve e dei recidivi non poteva che attuarsi per questa via. E comunque, anche tra i più scrupolosi riciclatori, c’è stato chi ha dichiarato: “Io prima la raccolta la facevo, ma ora mi accorgo che sto più attento e che la faccio meglio”.
Il passo successivo sarà l’applicazione a monte di questa nascente coscienza ecologica sapientemente indotta: al supermercato si guarderà non solo la qualità del contenuto, ma anche il materiale del contenitore. Ricaduta ovvia: le aziende che non lo hanno già fatto vireranno progressivamente verso materiali completamente riciclabili.
Certo si può sempre migliorare. Per esempio, non sarebbe una cattiva idea creare contenitori appositi per gli oli usati (minerali, di frittura, animali e vegetali) presso le campane del vetro. Si tratta di liquidi altamente inquinanti che versati nel WC o nel lavandino passano nelle fogne e non si schiodano facilmente. Per anziani, persone con difficoltà motorie o semplicemtne per chi non possiede un’automobile non è infatti sempre facile recarsi all’Ecocentro dove è previsto un servizio di raccolta specifico.  
Comunque sia, procediamo nella direzione giusta e, per una volta, buttarla sullo spinto è un piacere per tutti e non solo per i porci che ci governano!  

Annessi e connessi:
IL DIFFERNZIARIO: utilissimo strumento di consultazione in caso di dubbi amletici su dove e come conferire i rifiuti.
P. S. Conferire, termine direttamente riesumato dal latino, è diventato un verbo magnifico!
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