dimanche 26 février 2012

Elles - Juliette et les autres

Quelqu’un a dit qu’il n’y a pas assez de français dans ce blog. On va tout de suite remédier, mais sans se faire relire, donc attention aux italianismes !  


Elles, le film de Malgorzata Szumowska sorti en France le 1er février, n’a pas collectionné des bonnes critiques. On s’attendait à toute autre chose donc, comme d’habitude, on a fait le procès au résultat imaginé et non pas au produit réel. Par contre, si on le regarde la tête vide de fausses attentes, Elles ne nous laisse pas trop déçus. Il n’est pas un film féministe, mais plutôt un film qui parle de femmes, il n’est pas non plus une enquête sur les étudiantes prostituées, mais un œil ouvert sur des vies et des métiers. Bref, la réalisatrice n’a pas voulu tourner un documentaire sur la prostitution estudiantine, mais une pellicule sur la frustration féminine. Elles nous met devant la frustration d’être femmes dans un monde où on a pas le droit de l’être sans compromis et sans masques, puisque on nous demande (impose?) de jouer les mères ou bien les putes. « Quel est le pire dans tout ça? » « C'est de mentir, mentir tout le temps » répond la jeune prostituée à la dernière question de la journaliste. Le pire dans toute condition est donc le mensonge. 
L’affiche reflète le poids différent des rôles : une grande Juliette au centre et à côté d'elle deux jeunes filles qui ne sont pas mal caractèrisées, mais qui restent "encadrées" dans leur espace. 
C’était presque inévitable : Binoche prend toute la place. Noircie et alourdie par la vie de la mère de famille bourgeoise, elle est absolument parfaite et parfaitement défaite. 
Se montrer comme un wreck : il faut le faire !                                                
Et puis, rarité absolue, on voit une scène de masturbation féminine qui n’a pas le but de séduire et d’exciter. Est-ce qu'il y en a d’autres ailleurs ?  



jeudi 16 février 2012

Dalle enclosures agli accordi internazionali in difesa della la proprietà intellettuale: in sostanza cosa è cambiato?



WHAT IS ACTA?  See the EN WIKI page.
IT version (meno completa)
HOW TO ACT AGAINST ACTA (wiki page di La quadrature du net).

La prima preoccupazione di chi detiene capitali e ricchezze è il loro mantenimento, accrescimento e protezione. Un tempo erano terre ed edifici i beni da accumulare e preservare, ora l’ultima dorata spiaggia delle enclosures è la salvaguardia della proprietà intellettuale e dei marchi che offrono beni e servizi materiali e immateriali. 
HADOPI, poi SOPA, SIPA ed ora, dulcis in fundo, ACTA! Mi sembra che la mobilitazione dei governi, dei grandi attori economici e delle organizzazioni internazionali in direzione di una massiccia regolamentazione contro la violazione della proprietà intellettuale sia fin troppo massiccia per non destare sospetto. Ma cosa sta accadendo? Questo post non vuole essere certo l’analisi di una tendenza attuale che è patente e limpida, per questo ci sono gli esperti. Quel che si propone è piuttosto una constatazione, un campanello d’allarme ed un ennesimo pungolo alla manifestazione del dissenso.
Il mercato si sposta, questo è evidente, buona parte del commercio al dettaglio ed all’ingrosso si è ormai portato in rete, il prodotto immateriale frutto della creazione intellettuale va quindi protetto ed etichettato al pari delle merci fisiche. Protetto da chi e da cosa? Dai pirati e dalle frodi, in una parola dalla contraffazione? Un’azione efficace atta a contenere una criminalità su vasta scala che mina non solo i grandi marchi, ma soprattutto i piccoli produttori ed i singoli, sarebbe in sé del tutto comprensibile. Ma non è questo l’obiettivo di SOPA, SIPA e ACTA. Lo scopo di tali leggi e accordi è attuare un programma economico, già pianificato da anni, per finalizzare con piena soddisfazione dei governi dei paesi più ricchi e delle maggiori società internazionali, il cambiamento radicale degli scambi in rete, rivendicando al mercato tradizionale questo spazio che di libero non avrà ben presto più assolutamente nulla.
Bisogna far sì che tutti i prodotti in internet circolino seguendo lo stesso identico modello applicato finora al di fuori di esso. Quindi al bando le nuove licenze di creazione collettiva, il software non proprietario, la condivisione ad ogni livello, la conoscenza aperta, al rogo tutto questo baratto comunista di idee e beni immateriali poco redditizio e via libera alla vendita del mondo on line con tutti i suoi vecchi usi e costumi: la pubblicità martellante che grazie ai dolci cookies diventa sensibile ai nostri gusti, la lotta tra le grandi società senza esclusione di colpi a scapito di ogni garanzia di stabilità e di compatibilità tra i prodotti informatici, il profitto al primo posto, il rispetto dell'utente-consumatore usato come vasellina per stimolare gli acquisti e l’attenzione per l’essere umano sommersa sotto una montagna di bugie. 

Certo è che in questo mare dove era dolce naufragare perché ci si sentiva un po’ più liberi e anonimi, inesorabilmente diventiamo invece sempre più schedati, legati e rintracciabili. Ogni richiesta di assenso è presentata come una garanzia di attenzione e rispetto, ma quanti assensi dovevate dare due/tre anni fa e quanti ne dovete devolvere ora a destra e a sinistra per ogni respiro e movimento che fate in rete? O assentite, ed allora potete partecipare, oppure rinunciate al mondo e vi fate asceti in Nepal o pastori di pecore in Gallura! La quantità di consensi al trattamento dei dati personali richiesti è in realtà direttamente proporzionale alla restrizione della nostra amata privacy, ed è grave che la maggior parte delle persone non se ne renda conto. Nessuno poi la vuole più questa privacy, l’abbiamo venduta da tempo per essere più alla moda, più popolari, meno soli. Ed allora ben venga, tutti con le chiappe al vento a farci penetrare da Google, da Facebook &Co però, che dopo aver messo il culo in piazza, per forza o per scelta, questo possa essere anche identificato e marchiato a fuoco perché sospettato o riconosciuto come attore secondario o protagonista in una violazione del copyright NO, questo sa davvero di concertazione e di cospirazione contro l’integrità dell’utente-consumatore! Vi sembra che sia catastrofica? Se volete vivere nella vostra grande bolla di sapone fatelo, non credo d’avere uno spillo abbastanza grosso per bucarla, ma se non volete, contribuite a bloccare questo processo che ucciderà definitivamente la libertà di scambiare beni, cultura e idee in rete. Oppure saremo costretti a fare come sempre, ci beccheremo le reti nella rete e poi troveremo il buco che ci consentirà di passare. Ma non sarebbe meglio opporsi e vincere per una volta?

Il 16 maggio 2011 il relatore speciale ONU Frank La Rue nel suo rapporto sulla promozione e protezione del diritto di libera opinione ed espressione lanciava il seguente messaggio, un messaggio di chiara preoccupazione. Per il testo completo vedi: http://documents.latimes.com/un-report-internet-rights/
The Special Rapporteur is deeply concerned by discussions regarding a centralized "on/off" control over Internet traffic. In addition, he is alarmed by proposals to disconnect users from Internet access if they violate intellectual property rights. This also includes legislation based on the concept of "graduated response", which imposes a series of penalties on copyright infringers that could lead to suspension of Internet service, such as the so-called "threestrikes-law" in France and the Digital Economy Act 2010 of the United Kingdom. Beyond the national level, the Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) has been proposed as a multilateral agreement to establish international standards on intellectual property rights enforcement. While the provisions to disconnect individuals from Internet access for violating the treaty have been removed from the final text of December 2010, the Special Rapporteur remains watchful about the treaty's eventual implications for intermediary liability and the right to freedom of expression.
ACTA, il testo. Se avete un po’ di tempo la prima e la migliore cosa da fare sarebbe leggere il testo completo dell'accordo firmato a gennaio disponibile su wiki source.
Le trattative per la sua ratifica da parte del Parlamento Europeo avanzano nonostante le molteplici proteste e mobilitazioni delle organizzazioni (si vedano in particolare le molte iniziative intraprese da la quadrature du net), di non pochi commissari europei e della gente in ogni stato dell’UE. 
In sintesi:

1. ACTA non è un provvedimento in difesa della proprietà intellettuale. 
2. ACTA è un accordo multilaterale che demonizza, criminalizza ed incita all’accanimento legale contro ogni genere di azione suscettibile d’essere considerata lesiva del diritto di proprietà intellettuale, in ogni circostanza e senza eccezioni per i casi in cui la violazione è trascurabile rispetto ai benefici che da essa derivano.
3. ACTA è morte per il farmaco generico.
4. ACTA farà del web un campo minato, in quanto penalizzando i siti per gli atti degli utenti ed per i contenuti da essi introdotti e scaricati li porterà alla chiusura oppure li indurrà alla censura o alla denuncia dei presunti colpevoli.  
5. ACTA è morte per i siti che ospitano software liberi. 

E se volete andare oltre questo quadro già di per sè raccapricciante vi basti leggere l’analisi proposta dalla Foundation for a Free Information Infrastructur.

jeudi 2 février 2012

The Girl with the Dragon Tattoo, Immigrant song


Je rentre chez moi, après une longue séance qui, hélas, ne marquera pas l’histoire du cinéma, mais qui démarre assez bien avec un vidéo clip  remarquable, une séquence rapide et « liquide » sur les notes de la chanson  Immigrant song  des Led Zeppelin réalisée par Trent Reznor. Ces images me disent quelque chose, mais quoi ? 

Et puis voilà, je suis sur mon canapé, j’y réfléchis un tout petit peu et j’arrive vite à la source, puisque, en effet, la source est plutôt devinable. 
Je me suis dite alors : « Parfois on pourrait la changer cette source, puisqu’on n'a pas que Ghost in the Shell en matière de cyborg creation! ». 
Enfin, jugez vous-mêmes :



Tout dépend aussi de comment il faut la prendre cette correspondance indéniable. Et donc je me pose et je pose la question : c’est un hommage, une citation savante ou tout simplement du copier-coller ? EN TOUT CAS, MOMORU OSHII REMERCIE, encore une fois. 

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